interno

L’interno

Il piano della Chiesa è un rettangolo, mentre la parte alta del monumento è cruciforme. L’interno ha tre navate, divise da pilastri.

navata centrale

navata centrale

Girano su di essi archi ogivali in travertino grigio, di bel profilo. Le navate ricevono luce da monofore tagliate a sguancio. L’intercrocio è formato da quattro pilastri polistili, di base quadrata, con colonne su ciascuna faccia e colonnette agli angoli. Le prime danno stabilità agli archi, le seconde alle cordonate delle volte a crociera.

archi ogivali

archi ogivali

Al centro del transetto, sulla volta si eleva una torre ottagona a due piani. Dietro l’altare sulla parete frontale dell’abside, i vani di una finestra bifora sormontata da una rosa irrorano il tempio delle luci d’Oriente “.

Tiburio o torre ottagona

Tiburio o torre ottagona

Bifora

Bifora

In omaggio agli insegnamenti e alle direttive di San Bernardo “il tempio è spoglio di ornamentazioni: semplice e austero, sembra ricavato a colpi di scalpello da una roccia compatta. Un affresco duecentesco raffigurante la Madonna delle Grazie e Bambino, che regge con la mano sinistra un libro, dai volti con espressione viva e dolce, e due acquasantiere di pietra l’una con un putto sorreggente la vasca con giglio stemma di Federico II, l’altra con il supporto terminale, sotto il càntaro, circondato da un cespo di foglie stilizzate. Il resto – la dotazione ornamentale è tutta qui – è chiarità lieve, diffusa, che sopravvanza di poco il grigio della pietra”.

Madonna delle Grazie

Madonna delle Grazie

Acquasantiera putto

Acquasantiera putto

Giglio Federico

Giglio di Federico II

Altra acquasantiera

Altra acquasantiera

Particolari da notare all’interno della Chiesa

rosoni caratteristicamente asimmetrici per disegno e intaglio; le rose dei lati Nord ed Est all’interno, quella del lato Sud all’esterno, sono inserite in un riquadro chiuso in alto da un arco a sesto pieno. Quella ad Oriente, inoltre, è arricchita di una particolare ornamentazione: un arco a tutto sesto, interno al riquadro, che poggia sui capitelli di due colonnine spezzate da un duplice anello, che lo aggira e lo incastona, e un altro esterno al riquadro, poggiante su piramidi rovesciate. Asimmetrici anche i capitelli, di cui uno (quello che guarda l’altare della cappella verso la sagrestia) con il fogliame rivolto all’interno.
Sulla porta centrale vediamo una tela rappresentante l’Assunzione, opera del Ferentinate Desiderio De Angelis, del 1801; le vetrate e le porte sono opera recente (anno 1970) e realizzate dalla Soprintendenza ai Monumenti del Lazio.

La SS assunta

La SS Assunta di De Angelis

L’altare attuale è costruzione recente (anno 1984), ma, in parte, con materiali dell’imponente altare moderno (anno 1911), opera dell’Architetto Morosini, che era pregevole in sé ma fuori stile. E’ andato completamente perduto l’altare originale. Dalla navata Sud si accede ad una Cappella (ora occupata dall’organo), estranea al corpo della Chiesa alla quale solo all’inizio del 1800 è stata aggiunta mediante un grande e brutto arco (mentre prima era una Cappella a sé dedicata a San Sebastiano), che in origine doveva essere la loggia delle Benedizioni.

Altare principale

Altare principale

Anche il Tabernacolo attuale è recente (1984), ma con base di pietre antiche. La scritta in lettere ebraiche (shemì lajem, con riferimento al biblico shemì sham) richiama all’attenzione al Signore presente nell’Eucaristia per essere a nostro servizio. La chiave della vita, in semplice metallo, è posta in ricordo della chiave della vita, a colori su intonaco, di epoca paleocristiana, rinvenuta negli scavi e in seguito derubata.

Tabernacolo

Tabernacolo

Tabernacolo con pala

Tabernacolo con base

Del grandioso pulpito, del periodo di Innocenzo III, demolito nei primi anni del secolo scorso, rimangono solo due capitelli (oggi utilizzati negli amboni), di cui uno adorno di gigli e rose, simboli rispettivamente del Comune e della famiglia dei Conti, imparentata con Papa Innocenzo.

Ambone

Ambone

L’organo, realizzato dalla Ditta P. Bevilacqua di Sulmona su progetto del M. G. Agostini, è stato costruito in ricordo dell’Anno Santo 1975, con il contributo dei fedeli della Parrocchia e di molti altri amici. Ha 27 registri sonori (19 reali, 6 prolungati, 2 ritrasmessi) distribuiti su due manuali (Grande Organo ed Espressivo-recitativo) e pedaliera; ha tre combinazioni aggiustabili a memoria elettronica. Le 1522 canne sono costruite in leghe di stagno e piombo e in legni vari. La consolle è spostabile.

Organo

Organo

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