0-PRESENTAZIONE

La chiesa è tutta costruita in travertino, materiale facilmente reperibile nella zona stessa, e il monumento fu portato a termine nello spazio di una decina di anni. Non fu completato e resta incompleto il tiburio. La primitiva e più austera e lineare facciata fu abbellita alcuni decenni dopo, con non rilevanti aggiunte alle porte laterali e al rosone, e con un nuovo portale in marmo. Il monumento ha subito, tra la fine del 1700 e i primi anni del 1800, trasformazioni interne (intonaci, stucchi e volte posticce ecc. che però non hanno rovinato, ma soltanto nascosto le linee gotiche), e danni non particolarmente gravi durante la guerra. Un accurato lavoro di restauro della Soprintendenza ai Monumenti del Lazio (1951-1955; 1978-1984; 1990-1995) e del Comune di Ferentino (1996-1997) lo ha riportato al suo originale splendore.

Santa Maria Maggiore tra le prime chiese cistercensi

Insigni studiosi, sia del passato come del presente, sono intervenuti con scritti, documentazioni e discussioni, per illustrare le bellezze artistiche della Chiesa abbaziale di Santa Maria Maggiore e per definire la data esatta della costruzione e consacrazione del tempio. Questo studio, dopo aver dato atto ai cultori dell’arte e della storia ferentinate del loro lodevole impegno e delle loro accurate ricerche come della loro profonda e religiosa ammirazione di fronte al monumento, miracolo di arte e di fede, vuole compiere un passo avanti presentando un documento di eccezionale importanza, rinvenuto già da Mons. Leonetti, Vescovo di Ferentino dal 1942 al 1962 ma da lui non ritenuto importante. Ecco il documento come si legge nel Vol. A-IV fol. 311 dell’Archivio Vescovile di Ferentino: “Hac in civitate in EccIesia Sanctae Mariae Majoris (Papa Eugenius III anno 1150) nonnuIIos creavit Episcopos ut videre est in Cronico Fossaenovae et a Card. Baronio in suis annalibus confirmatum”. Si sapeva che Papa Eugenio III aveva trascorso molto tempo a Ferentino. Rileggiamo alcune testimonianze fra tante: “… Ferentini, ubi (Papa Eug. III) moratus est inde ab anno 1150 … usque ad annum 1151 ” (Pertz Mon. Germ. Hist.); “Anno 1150 … Eugenius Papa Florentinum venit infra mensem octobris et multos Archiepiscopos ordinavit” (Cron. Fossaenovae). Il documento dell’Archivio Vescovile di Ferentino, se da una parte nulla aggiunge a quanto si sapeva della lunga presenza del Papa in questa città, è di capitale importanza per noi in quanto precisa il luogo della celebrazione durante la quale consacra molti Vescovi: nella Chiesa di Santa Maria Maggiore, che sicuramente è l’attuale Chiesa gotico-cistercense. Ma proprio di fronte a questa ultima affermazione molti scuoteranno la testa, increduli, come già del resto lo stesso Mons. Leonetti. “Ma si tratterà d’un tempio precedente all’attuale Santa Maria Maggiore?”, si domandava il Vescovo; e aggiungeva: “Poiché consta che solo nel 1152 vennero i Cistercensi a Casamari (da cui dipende la Chiesa di Santa Maria Maggiore)”. Alla domanda dubbiosa e alla motivazione di Mons. Leonetti noi oggi possiamo rispondere con dati e notizie più ampie che non qualche anno addietro, avendo acquisito nuovi elementi, frutto delle recenti ricerche storiche. Prima, però, di presentare gli elementi nuovi, facciamo una prima nota, in forma interrogativa: nell’ipotesi che Papa Eugenio avesse celebrato nella primitiva Chiesa di Santa Maria Maggiore, – che era stata Chiesa Cattedrale – sarebbe giustificata, per il prestigio del Papa e della comunità sia religiosa che civile e anche per un ordinato e dignitoso svolgimento del sacro rito, una così solenne celebrazione, durante la quale il Pontefice “multos Archiepiscopos et Episcopos ordinavit” (Cron. Foss.), in una Chiesa dalle dimensioni ridotte e per di più in cattive condizioni statiche, mentre da appena 44 anni era stata consacrata la nuova Cattedrale dei Santi Giovanni e Paolo? E passiamo, schematicamente, ai nuovi elementi storici:

Innocenzo II (1130-1143), cistercense, viene spesso a Ferentino: trova in San Bernardo (1090/91-1153) un valido sostenitore della sua causa contro l’antipapa Anacleto II (1130-1138), e vede nella presenza nel basso Lazio dei Cistercensi un sicuro muro di difesa contro lo stesso antipapa e contro il potere del re normanno Ruggero II (1101-1154) che lo appoggiava. San Bernardo accompagna e collabora personalmente con papa Innocenzo, portando la riforma cistercense, a Fossanova (1135), a Ferentino (intorno al 1137), a Casamari (anno 114O: “Casa-Marii abbatia … Bernardus isthuc non semel adiisse memoratur; unde amicitiam iniit cum Ioanne … qui monasterium suum anno 1140 Cisterciensibus adunavit …”, Ughellus in Italiae sacrae tomo I, col. 289). Non è da escludere nell’installazione della comunità cistercense all’interno della città, diversamente che a Fossanova e Casamari, un atto di forza nei confronti del Vescovo Siro che era stato preposto al governo della diocesi dall’antipapa Anacleto II. Di fatto, in coincidenza (o a causa?) del passaggio di San Bernardo e dell’installazione della Comunità Cistercense in Ferentino, il Vescovo Siro viene deposto, e viene eletto il nuovo Vescovo fedele al legittimo Papa.

I Cistercensi costruiscono la loro Chiesa in una decina di anni (notare l’assoluta omogeneità dell’intero complesso architettonico, salvo non rilevanti particolari di epoca sicuramente posteriore, e tener presente che la Chiesa, di dimensioni notevolmente maggiori, di Casamari dura non più di 14 anni). I Monaci francesi, trapiantati qui da Innocenzo e Bernardo, iniziano abbastanza presto la costruzione della nuova Chiesa secondo i canoni già sperimentati in Francia, non trascurando, anzi utilizzando e valorizzando motivazioni stilistiche proprie della basilica romanica. Ne risulta un’opera tra le più perfette uscite dalle mani dei Cistercensi che visualizza come “l’arte gotica si trasformi e ingigantisca sposandosi allo spirito e alla tradizione romana”. La pianta è rettangolare come nelle basiliche romaniche e come ancora troviamo in Amaseno, mentre diventa cruciforme più tardi a Fossanova e Casamari. La Chiesa è a tre vere e funzionanti navate, mentre già in Amaseno si va determinando l’importanza della navata centrale a scapito delle laterali che finiscono per diventare in Fossanova e Casamari quasi due lunghi corridoi. Notare anche i possenti contrafforti che sostengono torno torno l’intera navata centrale nelle due Chiese maggiori, mentre non sono richieste nelle precedenti di Amaseno e Ferentino sia per la mancanza di pesanti volte a ogiva sia per la consistenza delle navate laterali.

La solenne consacrazione in Santa Maria Maggiore di molti arcivescovi e Vescovi ad opera di Eugenio III (1145-1153), cistercense e amico di San Bernardo, è giustificata dai seguenti motivi: la presenza affermata e fiorente della comunità cistercense; la nuova Chiesa di notevoli dimensioni; forse l’inaugurazione della stessa Chiesa; la Chiesa costruita sotto la protezione e anche, si può ben credere, con gli aiuti di due Papi cistercensi.

È bene ricordare che Luigi VII di Francia, si fermò a Ferentino per circa una settimana, dal 13 Settembre1149, di ritorno dalla disastrosa crociata voluta da Papa Eugenio III e da San Bernardo. Nulla vieta di pensare ad una doverosa e fraterna ospitalità da parte dei Monaci cistercensi, dell’Ordine appunto di Eugenio e Bernardo e, almeno in parte, francesi..

A questo punto, pur lasciando a chi di dovere e di competenza lo studio approfondito degli elementi sia storici che artistici, possiamo tirare una conclusione di notevolissima importanza storica e artistica insieme:

Santa Maria Maggiore di Ferentino è tra le prime Chiese gotico-cistercensi costruite in Italia (prima di Santa Maria di Amaseno 1177, Ceccano 1196, Fossanova 1208, Casamari 1217, Arabona 1219 ecc.,) e quella forse meglio conservata, integra nel suo stato originale.
(Luigi De Castris in LA GAZZETTA CIOCIARA del 30-10-1974, con aggiornamenti)